così, quando ormai la scimmietta aveva già posato i piatti, la ballerina era passata dal tutù al pigiama e nani e pagliacci erano a letto, si è rialzato il sipario.
e riparte il carillon dello strazio, le migliaia di parole che ci scrosciamo addosso.
della stessa consistenza dei fantasmi di cui parlano.
ti attraversano e non ti rimane niente, se non una vaga sensazione di vuoto.
per quanto tenti di astrarre, c'è un errore, e io non mi permetto di sbagliare.
non riesco a capire come risolverti, o più gentilmente fare pace con te.
ma stavolta me la rido, ti do meno importanza. la guardo da fuori, e risolvo i sensi di colpa nella colpa dei sensi.
e stavolta non rifaccio l'errore di far decidere a loro.
se ho perso ancora, sono solo ore di sonno.