perchè non parli?
oggi lo scienziato che è in me ha fatto il culo al poeta.
gliene ha dette di tutti i colori, e io che ero uscita (sperando di incontrare uno come te), sono dovuta ritornare di corsa a casa prima che la diatriba interna desse segni all'esterno.
mi sono rintanata in camera e mi sono fatta paura da sola.
ci sono stati davvero dei brutti momenti di tensione, rischiavo quasi di parlare.
alla fine, lo scienziato è andato via lasciandoci la formula del teorema finale:
"la carestia porta all'idealizzazione che porta alla delusione che riporta alla carestia."
allora, la carestia la capiamo tutti. è questa anestesia di sentimenti, questo cassetto straripante di nulla, questo teatro dell'inconsistenza umana, questa incommestibilità di cuori.
l'idealizzazione è notoriamente fantasia mescolata alla speranza. è un velo di desiderio di ottimismo. è la glassa sulla torta, che a volte copre il bruciato. insomma, è l'arma di sopravvivenza del poeta, il suo valore. ma ora è la sua colpa. poichè coprire di fiorellini mentali il prato non fa del prato un luogo effettivamente profumato.
la delusione, infatti, è il dato rilevante. è la maledetta statistica. è la discesa dalla collina rotolando. la sveglia delle sei di mattina, la fine della musica di sottofondo. la realtà senza filtro. e la delusione riporta a inesorabilemente a.
circolo vizioso di merda.
quindi ora, la mia parte razionale ha fatto appello a quella emotiva chiedendo almeno il cessate l'arcobaleno.
la deposizione delle lenti rosa.
l'armistizio con la realtà.
praticamente, passare da depressa a rassegnata.