molto presto.
le case che è bello immaginare, arredate in modo assurdo.
io che porto una scatola di libri, tu i jeans di ricambio.
tu le bottiglie di scorta, io una coperta abbastanza spessa da tenerci caldi.
o da sdraiare sul pavimento, anche se mi pizzica la schiena.
lo spazio per la cuccia, che tu hai capito culla. e io ho sorriso e non ho ripetuto cuccia.
siamo genitori di bambini che non esistono, che amiamo così tanto da non farli nascere.
i figli che lasciamo in forma astratta per proteggerli dal mondo.
e farli crescere a seconda del nostro umore, o delle scarpe in vetrina che compriamo virtualmente.
tu vuoi una femmina, che assomigli a me.
io vorrei un maschio, cucciolo d'uomo.
che poi finiamo sempre in posti dove non c'è spazio per il passeggino.
e mi fotografi un seno verginale all'oscuro di tutto.
ma so che quando facciamo l'amore, anche tu ci pensi.
forse sto impazzendo.