domenica 5 dicembre 2010

pelle di tamburo, acqua increspata.

prima di partire mi hai impollinato per bene il cervello.
così, anche ora che sei dall'altra parte del mondo io sono qui a pensare a te, a parlare di te, a innamorare di te.

sei furbo.

mi hai presa mentre passavo, distratta.
mi hai seduta sulle tue ginocchia, dandoti le spalle. mi hai abbracciata stretta con le mie braccia e le tue.
mentre il giradischi passava de gregori, hai appoggiato la tua testa sulla mia schiena.
hai premuto la faccia sulla mia schiena, e mi hai cantato sottovoce pezzi di vetro.
e io la tua voce l'ho sentita dentro.
ero una cassa di risonanza che vibrava delle parole di de gregori e della tua voce.
la tua voce ruvida che era dentro, rimbalzava greve tra gli organi le ossa le membrane.
scuoteva dall'interno, io ero pelle tesa di tamburo, acqua increspata.

dio cristo.

nemmeno respiravo, per non farti smettere.




de gregori ha cantato ancora, ma noi non lo sentivamo già più.
poi il disco ha cominciato a girare a vuoto.
ha girato a vuoto fino al tramonto.