giovedì 24 febbraio 2011

dal sottosuolo, uno.

tu non hai colpa.
so che hai fatto tutto il possibile, so che avresti potuto fermarti molto prima.
non te ne sono grata, ma te lo riconosco.
e ora che mi chiedi spiegazioni, ti esorto solo a non odiarmi.


con parole nuove ti racconterò storie vecchie.
le mie vecchie paure che sono dentro di me come le vene.
le sento ovunque, ramificate tra gli organi, a irrorare di dubbi e angoscia anche la piccola cellula del mio corpo, come un processo biologico di anti-metabolismo.
amici miei, che siete i miei fratelli e i miei sconosciuti.
cosa vedete qui?
chi vi metto davanti?
quanto siete disposti a non sopportare per sapere chi sono davvero?


potrei morire crisalide e lasciarvi innamorati solo del mio bozzolo.
potrei non sbocciare mai, perché sto capendo solo ora che forse non mi basta una vita.
o forse non mi so organizzare.
o l'utero è un luogo della mente, e dura anni dura per sempre.
io non sono ancora nata.

non sono ancora nata.

nel frattempo giro per il mondo in personaggi irrinunciabili.
non so recitare, so vivere le vite di altri.