sparano, dice.
sparano di tutto, sparano ad altezza uomo, tirano anche le bombole del gas.
attraversare la città adesso sarebbe da pazzi.
roba che napoli in confronto è un tempio buddista.
dobbiamo rimanere ancora a questa festa. noi che stavamo facendo di tutto per scappare, metterci in salvo.
preferivo le bombe a sta roba, mi dici. e io sono d'accordo, ho paura di restare traumatizzata.
ci ha portati un tuo amico, e ci ha abbandonati.
quello che vedo è surreale.
un hotel inaccessibile, ricchi stranieri dissolti, l'allegria infelice.
che sembra di essere in un film diretto da buñuel, con casting di pasolini e sceneggiatura di easton ellis.
e a me mettono in mano una banana maracas. una banana d'argento.
e le ballerine brasiliane le vecchie americane sui tavoli a dimenarsi e perdere le protesi un vecchio in completo bianco che fuma un sigaro su una chaise longue dentro la piscina camerieri nudi piume di struzzo in testa petali di rose e dollari sparati come coriandoli riporti extension parrucche di fili d'argento ballerini di tango e il pianista che mi vede smette di suonare e corre ad abbracciarmi e baciarmi come se gli fossi mancata da sempre.
e quella donna che ti ha sorriso e si è sfilata un collier tra i denti, come se ce l'avesse avuto in gola, come se la festa eravate te e lei.
che tanto ci siamo fatti gli auguri alle otto ora locale, io e te.
e tutto il resto è solo un secondo livello di sogno.