venerdì 7 gennaio 2011

come la lacrima del pagliaccio.

ho compiuto gli anni a diecimila metri dal suolo, e mi è sembrato di buon auspicio.
mi racconti che le hostess si sono avvicinate con lo champagne e un tortino, ma io avevo già preso il lorazepam e non siete riusciti a svegliarmi, che sembravo morta.
la situazione ti è sembrata un po' tragicomica, imbarazzante.
però abbiamo riso molto mentre aspettavamo i bagagli, e poi è apparse la vale, la vale! era sul nostro stesso aereo e non ci ha trovati, appare il giorno del mio compleanno al ritiro bagagli e mi regala un sonaglio di agata bellissimo.
poi mi dice ci vediamo e va a casa.
anche noi torniamo a casa, ma la nostra casa lontana da casa.

milano richiede prove d'amore sempre più dure. questa madre assente, questa puttana stanca. ci accoglie con gelo e buio, mentre le nostre amanti occasionali ci hanno cosparso di raggi di sole e inondato i capelli di aria profumata. hanno provato a trattenerci, ci hanno cullato di promesse.

per tutto il giorno mi hai fatto gli auguri ogni manciata di minuti, mi è servito a ricordarmi, a stare concentrata, a stare calma.
ti dico che i compleanni li festeggio blandamente, non sono questi i traguardi che segnano la vita di una persona.
ma tu, che celebri la mia esistenza ogni giorno che passa, mi porti sottoterra nelle piscine dorate, metti il mio corpo su un piedistallo, mi idolatri.
io sto al gioco per non deluderti, per aiutarti ad aiutami.

ma arriva la notte, la mia ricompensa
ti sento dormire, mi libero, scivolo via.
i miei tremori, le mie scosse lontane, questo mio malessere segreto e costante.

scrivo agli amici più vicini,
spegno il computer,
ora posso piangere.