e io che ti siedo davanti in questo tavolino di un caffè affollato vorrei che il cameriere mi portasse dei foglietti illustrativi, dei depliant con le varie offerte, con la mia faccia di qualche anno più vecchia, sorridente o triste, svuotata o spaventosamente consapevole, così da poter scegliere, così da poterti rispondere a voce alta.
per non iniziare mai, rimando sempre a domani.
per non finire mai, rimando sempre di qualche ora.
è tutto sfocato.
a te piace buttarti e sfracellarti.
tanto cos'hai da perdere?
sei contemporaneo.
io sono una vetrina di mappamondi, teschi, piume di struzzo e scrigni tarlati.
cilindri di velluto coperti di ragnatele e maschere di venezia.
pentagrammi ingialliti, pipe di oppio e ciotole di argento, per cani di polvere.
mappe antiche e vetri rotti e anelli per dita piccole.
oggi siamo gabbiani superbi sugli alisei.
oggi siamo cormorani in un mare di petrolio.
ormai siamo troppo giovani per fare queste cose, amore mio.