mercoledì 14 luglio 2010

tu.

tutto ma non l'emozione.
non posso, vattene, non posso più.
ancora tu, e starò male tutto il giorno.

tu che eri mio.
tu che eri qualcosa di inaudito.
tu che eri il troppo, e io quella che aveva voluto sfondare i limiti.
che ci siamo incontrati nella terra di nessuno, in quel territorio inconcepibile appena fuori i confini della società.
oltre le barriere della coscienza, le colonne d'ercole del buonsenso.
il buio illuminato da fiamme e lampi.
la clandestinità, l'illegalità, il peccato.
che bello, amore mio, esserci.
consapevoli e presenti.
due persone erotiche in un mondo pornocratico. due narratori in un mondo di cronaca. due stronzi, due eroi.
abbiamo disprezzato la realtà, trascurato le regole dell'universo, riso e ringhiato in faccia alla vita.
eravamo noi. a sorriderci con una lametta tra i denti. a sbranarci a piccoli baci. a gridarci tenerezze crudeli e sussurrarci i peggiori insulti. la grazia e la perversione, le carezze e le torture, l'efferatezza delle nostre poesie.
pelle sotto le unghie, parole come febbre, la volontà e la certezza di essere inarrivabili.
eros e thanatos. eleganza e violenza. big ben e apocalisse.
tutto insieme, contemporaneamente.
ci siamo amati ed odiati, sposati e traditi, santificati e sputati.
e non eravamo più persone, ma rappresentazioni pure delle categorie primarie di amore, lotta, istinto di sopravvivenza e sopraffazione. piacere e dolore che insieme non hanno un nome perché il mondo non sa nemmeno che esista un sentimento che li coniuga entrambi in egual misura.
ed è sublime.
andare sempre oltre, rilanciare sempre, morirne.
icaro e il disprezzo, babele e l'affronto, noi e tutto il resto.
fino a dirsi addio, e non vedersi mai più.
l'atto d'amore estremo, il male assoluto.
creati e distrutti.


e ora che cosa resta?

penso al peso che ogni croce deve portare.
ho qualche cicatrice e qualche marea.
ho un aspetto, e tanto tempo per riabilitarmi.
non ne voglio più parlare.

ma tu vattene via, non ti avvicinare.
lasciami immobile in questa pace sottovuoto.


ora vivo come una cagna sterilizzata.
magra e pulita.
senza struggimenti.