domenica 20 marzo 2011

appena fuori, qui dentro.

il giappone che era un occhio pieno d'acqua, la libia una gola in fiamme.
i cieli primaverili miopi, non vedevamo gli aerei, ci fermavamo ai germogli a mezzo metro sopra di noi.
avrei voluto urlare.
camminavo con il viso indurito, come una modella in sfilata.
raccoglievo monetine per terra, bottoni, tappi di birra.
telefonavo a mia madre ogni ora, ogni volta come fosse un addio.

poi ti ho visto, e non eri nemmeno più tu. vedevo in te tutte le possibilità immaginate, i miei desideri così ingenui e adolescenti, le probabilità impossibili.
sciocchezze necessarie.
bustine di zucchero in bidoni di sabbia.

il temporale.
un temporale.
tuoni veri, lampi veri, gocce dritte e pesanti.
come me lo assaporavo il temporale, c'era profumo di bosco in cadorna.
come ce lo siamo goduti, il temporale, nella nostra veranda di lamiera e cuscini.