questa estate sono diventata grande.
alle cinque di mattina, nell'apice catartico di una notte di incubi insonni e paura nera, ho realizzato. tout simplement, ero stata fatta adulta a mia insaputa e contro il mio volere inconscio.
non si diventa grandi con le prime scarpe che ti allacci da solo, con il primo assorbente o quando fai i diciotto e ti firmi le giustificazioni.
diventi grande quando ti allunghi verso l'alto per essere preso in braccio e invece ti ritrovi in mano il mondo. chi te lo stava sostentendo sopra la testa non ce la fa più. trauma, vacilli: se molli, schiacci tutti. se reggi, lo tieni tu per sempre.
e così, torno a casa per nascondermi dietro alla mamma, ma non la trovo perchè è lei dietro di me.
con il papà.
e il fratello.
e il cane.
a difendere un minimo di decenza umana, in questa vita in cui temo il peggio, e non resto mai piacevolemente sorpresa del contrario.
un amico diceva che ci vuole un bel coraggio a suicidarsi. io dico che ci vuole un bel coraggio a vivere. lexotan per dormire, svenimenti, suicidi: sono fughe dalla realtà, e la fuga è la debolezza.vorrei ma non posso. ora devo pensare.
agosto duemilanove. mangiata viva dalle zanzare tigre, dall'ansia e dalla provincia, vi sorrido.
alla guerra. ma non era meglio quella onesta, in cui ci si sparava dalle trincee?