lunedì 15 novembre 2010

ballerina. (ballerina mia.)

mi hai perdonato anche quando avevo raccolto tutti soldi per venire a trovarti, e la sera prima ho perso la borsa, ho perso i documenti e ho lasciato andare via anche il treno, non sono nemmeno andata in stazione. mi hai perdonato la resa.
avevo messo insieme ogni singola moneta scavando nei fondi delle borse, nelle tasche dei jeans da lavare da mesi, dalle buste con scritto le cose per cui sarebbero serviti i soldi buenos aires libro papà zilla vet.
avevo preso tutto perché volevo comprarti dolci fiori sigarette e portarti nei ristoranti che di solito guardi da fuori e nei musei dove ci saremmo seduti a guardare le persone a farci guardare come opere come happening e in tutti i cinema e i mercati, e comperarti cose per la casa e per il tuo studio. volevo tornare senza un centesimo ma radere al suolo la città, e spaccarti l'asse dei ricordi tra il prima e il dopo me.

i miei sogni su di te sono fuochi d'artificio che mi scoppiano in mano.

vabbè. sarà per un'altra volta.
sarà solo un altro peccato che dovrò scontare, un'altra mancanza. l'ennesimo buco nel vuoto.


io nei tempi morti ho imparato un'altra lingua straniera.
sembra un lamento e ha un sapore tropicale.
era come se ce l'avessi già nel mio cervello.