domenica 8 agosto 2010

milano, notte.

sui nostri soliloqui estivi cadono le prime ceneri dell'invariabilità.
ci inquiniamo il cervello di sogni di gloria e miraggi lusinghieri, così il reale non mette radici, e noi restiamo sempre sospesi.
le nostre visioni sono ancore che gettiamo verso l'alto, per rimanere incagliati a una prospettiva che ci tenga a galla.


ma il presente sfonda ogni giorno il terreno delle chimere. un oggi imperfetto invade il nostro futuro immaginato, e il suo popolo prezioso deve spostarsi ancora più lontano.

in ogni posto in cui vado io ci sono per metà.
scusa se ti sfaldi mentre mi parli.
devo seguire l'esodo incessante delle mie aspirazioni, prima che si perdano.
prima che mi perda io.

nei nostri soliloqui estivi ci spariamo razzi per richiamarci.
leggimi una canzone.
disegnami una parola.
bevimi una poesia.

che tanto domani sarà tutto uguale, perché nessuno dei due ha intenzione di rinunciare.


"pero cae la hora de la venganza, y te amo"
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