giovedì 13 maggio 2010

speranza autoimmune.

tra i tanti blocchi dello scrittore che già ho di mio, ora ti ci metti anche tu.
tu che sei un meccanismo sconosciuto, tanto complicato quanto insospettabile.
da una parte mi plachi, dall'altra mi spii.
e io non mi ricordo cosa stavo per scrivere, o non mi sembra più così urgente.

arrivo in ritardo.
sono in differita con i miei contenuti.
sono la traduttrice dei miei pensieri.

camminavo per il marais pensando alle solite cose.
se dio esiste, c'è qualcosa che non va tra di noi.
ci vuole troppa concentrazione per parlare con lui.
se davvero dio esiste, non ci ama come ci hanno insegnato.
o non ci ama come vorremmo essere amati noi, con presenza e tolleranza.
se dio esiste, costa fatica.

se l'universo ha un senso, non è studiando fisica che lo capiremmo.
se si espande o si ritrae, noi rimaniamo comunque piccoli.
piccoli nelle nostre scatole craniche, piccoli nei diametri dei nostri abbracci.
in qualunque modo sia cominciato o dove stia andando, siamo noi quelli che girano su se stessi.
al cern ci daranno numeri e parentesi fratte, o magari una mega esplosione, che sarà la risposta più esauriente.
l'universo è solo un'unità di misura.

arrivata a place des vosges mi girava la testa.
stavo pensando al senso di colpa, alla redenzione, a qualcosa che non riesco a ricordare.
il petrolio. l'euro greco. la prova bikini.

prima che il mondo tornasse a farmi paura, sei arrivato tu.
avevo una fame da lupi.